Storia, miti e leggende del Salento


Storia dei popoli e delle culture che hanno caratterizzato il Salento

Preistorico, megalitico, messapico, greco, romano, bizantino, normanno, svevo, aragonese, spagnolo: il Salento è un caleidoscopio di storia e mito, di civiltà, popoli e leggende, di culture ed etnie, di tracce che si distinguono e si intrecciano.  

I primi ad occuparlo, secondo la leggenda, furono proprio i salentini, stanziatisi in epoca preistorica sul versante occidentale della penisola; è proprio dal nome del loro re messapico Sale che deriverebbe il toponimo Salento. In seguito, il re messapico Malennio, avrebbe fondato Sybar (primo nome della località costiera Roca, la “Città del Sole”), nonché Lyppiae (l'attuale Lecce) e Rudiae, antica città messapica oggi identificata con i resti situati poco fuori Lecce. Alla prima, messapica, seguirono una serie di denominazioni: greci e romani – che a lungo si scontrarono con i locali – bizantini, normanni, svevi, aragonesi e turchi. Sotto la dominazione romana, ultimata nel 260 a.C. circa, il Salento conobbe un’importante fioritura dei centri urbani, rinnovati nelle infrastrutture e nelle opere pubbliche. In cambio, i Romani potevano usufruire della posizione strategica del porto di Brindisi, utile alla conquista della Grecia e dei Balcani.

Ma la fama e la centralità di Brindisi durarono ben poco e, già nel VI secolo, il nuovo protagonista fu il porto di Otranto. In questo periodo, dell’Alto Medioevo, il Salento cadde sotto l’influenza di Longobardi e Bizantini che, nel 757, si accordarono per spartirsi le aree su cui esercitare il rispettivo potere. Da questa distribuzione delle terre, sarebbe nata, nel sud della penisola, l’isola linguistica della Grecìa Salentina, dovuta all’imponente immigrazione greca favorita dall’amministrazione bizantina. Nel IX secolo, i Bizantini, padroni incontrastati del Salento, con la sconfitta dei Longobardi, dovettero fronteggiare le incursioni saracene. Nell’anno 1000 giunsero in questa terra da conquistatori i Normanni prima e gli Svevi poi: sotto il dominio di questi ultimi, si potenziò soprattutto l’apparato delle fortificazioni del territorio, oltre alle riforme politiche e all’istituzione di uno stato feudale. Dopo la morte, avvenuta nel 1266, del sovrano Manfredi, ultimo rappresentante degli Svevi, s’impose il dominio degli Angioini con Carlo d’Angiò, e questa fase storica fu caratterizzata dalla lotta contro gli Aragonesi, chiamati in aiuto dagli antichi feudatari normanno-svevi che mal tolleravano la dinastia angioina.

Il periodo della dominazione aragonese fu uno dei più oscuri della storia del Salento: nel 1480 avvenne il famoso e tragico eccidio degli otrantini ad opera dei Turchi, per aver rifiutato la conversione all’Islam; l’epoca in questione è ricordata anche per la maggiore concentrazione di invasioni nemiche, tanto che il sovrano spagnolo Carlo V ordinò la costruzione e la ristrutturazione delle numerosissime torri di avvistamento visibili ancora oggi, protese sul mare.

Nuove strade e nuovi porti, invece, furono realizzati durante il periodo borbonico che cominciò nel 1734. Per l’autonomia amministrativa, il Salento dovette aspettare l’annessione al Regno d’Italia: nel 1865 si diede vita alla provincia di Lecce, mentre quelle di Taranto e Brindisi furono istituite durante il ventennio fascista. Se, sotto il Fascismo, il Salento conobbe un certo sviluppo in tutti campi, nel secondo dopoguerra fu interessato dal fenomeno di emigrazione al Nord, a causa delle rovinose condizioni economiche, per poi conoscere una fioritura industriale negli anni ’60.

Potrebbe interessarti anche:

- Natura tra mari, coste e spiagge

- Cultura popolare e tradizioni salentine

- Enogastronomia e artigianato locali

- Salento: paesaggio, comuni e borghi

Potrebbero interessarti anche i tours in barca nel Salento.

Vedi tutto ....