Grotta Romanelli: storia e curiosità


Storia e importanza archeologica della Grotta Romanelli

Le grotte di Castro si aprono nella costa poco a nord dell’abitato; la prima che si incontra è la Grotta Romanelli, una delle grotte costiere più belle dello scenario paesaggistico salentino.  

Quando all’inizio del ‘900 fu scoperta da Emilio Stasi, era piena di cumoli di terra rossa e bruna, al cui interno si conservavano reperti di importantissimo valore storico, risalenti al Paleolitico (circa 120.000-40.000 anni fa), come raschiatoi, strumenti ossei e pietre incise. Oltre agli strumenti in pietra, incredibile si rivelò la scoperta di tre scheletri umani e di varie ossa appartenenti a uomini di struttura moderna, arrivati dall'Africa circa 35.000 anni prima. Questi uomini sono stati designati come “uomini delle Terre Brune”. Importantissimi anche i graffiti presenti, considerati tra i più antichi d’Italia, che testimoniano la presenza di insediamenti umani nel Salento già circa 35 mila anni fa. Inoltre, grazie al ritrovamento dei resti di animali all'interno della grotta, è stato possibile attestare che un gran numero di animali era presente in questa parte dell'Italia. Curiosamente si tratta di fauna tipicamente africana, come l'elefante e il rinoceronte. Inoltre, è stato scoperto che la grotta in passato offrì riparo anche ad un tipo di pinguino tropicale e all'estinta alca. Famosa oggi per le sue splendide coste e spiagge, un tempo questa porzione di costa si affacciava su una savana che, con l'arrivo della glaciazione, divenne una specie di tundra dove comparvero anche gli animali polari.
L’antro, chiuso al pubblico, è visibile solo via mare.

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