Grotte e torri da Porto Badisco a Castro Marina


Grotte marine e torri di avvistamento da Porto Badisco a Castro Marina

Il tratto da Porto Badisco a Castro, passando per Santa Cesarea, è ricchissimo di grotte costiere di particolare interesse storico e naturalistico e di una sequenza serrata di torri di avvistamento.  

Poco più a sud di Porto Badisco, è collocata la prima delle tre torri che arricchiscono questo segmento costiero: Torre Minervino, commissionata da Carlo V in seguito agli attacchi dei saraceni e costruita nel XVI secolo, durante la dominazione spagnola. La sua posizione è fondamentale perché permetteva di scrutare a nord il mare fino a Punta Palascia, il punto più orientale d'Italia e la poneva in collegamento visivo verso sud con la Torre Specchia di Guardia; la torre presenta una struttura circolare con uno stile architettonico molto semplice. La struttura, ormai diroccata, è posizionata su un alto sperone roccioso ed è difficilmente individuabile in quanto nascosta da pini e macchia mediterranea.

A dominare la collina sopra l’abitato di Santa Cesarea, a 110 m sul livello del mare., svetta Torre Santa Cesarea, o Torre del Belvedere. La torre ha subito un fondamentale restauro nel 2013, che ne ha determinato il recupero architettonico e statico.

Poco prima di giungere a Castro, si incontra l’ultima delle torri del circondario: Torre Miggiano, che era finalizzata alla difesa dell'omonimo porto per salvaguardare l'incolumità dei cavatori che lavoravano nelle cave di carparo circostanti e inviavano i conci in tutta l'area della contea come materiale utile alle costruzioni realizzate in quel periodo.

Quest’area è particolarmente generosa anche per la ricca e importante presenza di grotte costiere marine. Presso Santa Cesarea Terme, nel tempo, le grotte sono state luogo di salutari e benefiche acque termali, che sgorgano direttamente a 30 °C con importanti proprietà terapeutiche ed effetti curativi; sono da ricordare le grotte “Gattulla”, “Fetida”, "Solfurea” e “Solfatara”. Come è ben evidente, anche il nome di queste grotte sta ad indicare i loro aspetti maggiormente caratterizzanti. Infatti è lo zolfo l’elemento tipico della composizione delle acque interne alle grotte. Fu questo fenomeno ad indurre la diffusione di leggende e fiabe a riguardo, come quella che vuole il padre di Cesarea (santa Patrona del paese) cadere e affogare in acqua nei pressi di queste grotte nel tentativo di raggiungerla. Era noto come lo zolfo rappresentasse il simbolo della malvagità del diavolo e dunque, cadendo, la malvagità dell’uomo si disciolse nelle acque, rendendole sgradevoli all’olfatto, ma benefiche.

Dirigendosi a sud, prima di giungere a Castro, si incontra la grotta degli Innamorati: il nome deriverebbe dalla particolare conformazione dell’antro che lo rendeva meta ideale per gli innamorati, che potevano recarvisi a nuoto e incontrarsi lontano da occhi indiscreti. Proseguendo lungo la costa, ci si imbatte in due grotte molto simili tra di loro, per questo chiamate grotte Gemelle, e nelle due importantissime grotte Romanelli e Zinzulusa. Concludono l’addensamento di cavità carsiche in quest’area le grotte Azzurra e Palombara.

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