Grotte e torri da Castro a Santa Maria di Leuca


Complesso di grotte e torri da Castro Marina a Santa Maria di Leuca passando dal Ciolo

Il tratto costiero che va da Castro Marina a Santa Maria di Leuca è molto interessato dal fenomeno carsico che ha dato vita alle innumerevoli e caratteristiche grotte costiere del Salento.  

Senza dimenticare la massiccia presenza di torri di avvistamento. Subito più a sud dell’incantevole cala dell’Acquaviva, svetta la prima architettura di guardia dell’area: Torre Capo Lupo, così chiamata dal nome del caporale che qui risiedeva; una delle più antiche del Salento, risalente alla fine del XV secolo. Comunicava a nord con Torre Diso (che sorge su una serra alta circa 110 m ed è quasi interamente crollata) e a sud con Torre Porto di Ripa (di cui resta solo la cisterna). A pochi metri dalla torre Porto di Ripa, in località la Botte, si trova una delle grotte più note, la Grotta Verde. Giunti all’interno di essa lo spettacolo è entusiasmante: le numerose fessure presenti sulle pareti filtrano la luce del sole che, riflettendosi sull’acqua, di colore cobalto, proiettano all’interno una luce verde, offrendo uno spettacolo di luci e colori davvero unico.
La catena di torri di presidio delle coste prosegue con la Torre del Sasso, o del Mito. Ricade nel Parco naturale regionale Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase ed è situata sulla cresta della Serra del Mito a 116 metri sul livello del mare. Era in costante collegamento con la con Torre del Porto di Tricase, che venne bombardata nel 1806 dagli inglesi; al suo posto fu posizionato un cannone, di cui non rimane traccia. Spingendosi più a sud, si incontra una delle località marittime più belle del Salento, ovvero Marina di Novaglie, preceduta da una serie di quattro torri costiere: Torre Palane, Torre Nasparo, Torre Specchia Grande e Torre del Ricco.
La terza sorge su un promontorio roccioso caratterizzato da pendii ripidi terrazzati con muretti a secco e ricoperti da arbusti, macchia mediterranea e alberi di ulivo. La torre del Ricco, invece, sorge nei pressi della strada litoranea, su un tratto di scogliera a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell'omonimo canalone; è anche conosciuta con il nome di Torre dello Rio o di Cala del Rio. Marina di Novaglie è anche molto ricca di grotte naturalistiche. All’interno di alcune di esse sono stati rinvenuti dei resti che rappresentano preziose testimonianze della storia salentina. L’accesso alle grotte è possibile solo attraverso imbarcazioni o, in alcuni casi, a nuoto. La grotta più famosa è sicuramente la Grotta Azzurra (omonima di quella nei pressi di Castro), di grandi dimensioni, così chiamata a causa dei giochi di luce che rendono particolarmente vivido il colore dell’acqua del mare. Nel Golfo di Novaglie si trova anche la Grotta del Diavolo. L’atmosfera molto buia di questa grotta le ha conferito questo nome. Di grande interesse sono le vicine grotte delle Cipolliane, un complesso di due grotte di cui una (Grotta del Presepe) è sul livello del mare e l’altra (Grotta dell’Elefante) sovrapposta. Quest’ultima è chiamata così per via di un masso roccioso che ricorda l’omonimo animale. Dal 2013 l’antico sentiero che da Novaglie conduce a Gagliano del Capo, costeggiando le due grotte, è stato riattrezzato e aperto al pubblico come percorso escursionistico. Poco prima di questo complesso di cavità, si incontrano le rovine dell’antica torre di Porto Novaglie di cui è ancora visibile una parte di quello che doveva essere il basamento della struttura originaria. Tra Marina di Novaglie e S. M. di Leuca si trova un’ insenatura naturale di origine carsica nota come il Ciolo (termine dialettale per “corvo”, date le grandi nidificazioni di questi uccelli nella grotta omonima). Il fiordo è attraversato da un ponte, sospeso a 36 metri di altezza, dal quale si può ammirare un panorama mozzafiato a picco sul mare. Dal ponte sono molto frequenti i tuffi di giovani impavidi che vogliono sfidare la sorte. La grotta del Ciolo si trova esattamente sotto il ponte e vi si accede solo tramite un’ampia apertura. Si snoda in due sifoni per una lunghezza di circa 100 metri e presenta una sorgente d'acqua dolce che incontra quella del mare. Nel 1971 nella grotta fu individuato un rarissimo esemplare di Foca Monaca oggi quasi del tutto scomparsa. Superato il Ciolo, poco prima di giungere a S.M. di Leuca, si ergeva la Torre Montelungo, oggi scomparsa. Le uniche testimonianze della sua esistenza sono tratte dal documento di costruzione datato 1584. Nei pressi di S.M. di Leuca, in appena pochi chilometri di costa si possono trovare, a levante, scogliere alte e frastagliate, strapiombo sul mare e a ponente ampie distese di spiaggia sabbiosa dal colore giallo oro. A rendere ancora più interessante tutto il litorale, è la presenza circa una trentina di grotte carsiche a cui la fantasia dell’uomo ha attribuito nomi alquanto singolari. Sul versante adriatico si affacciano grotte che sono state scavate nella roccia direttamente dall’azione erosiva delle onde marine; meritano menzione le Grotte Cazzafri (nome di origine greca che significa “casa di spuma”, quella delle onde). Completa il panorama di anfratti la grotta del Morigio, chiamata così perché, secondo la tradizione, i Mori vi si fermarono prima di distruggere S.M. di Leuca. È anche conosciuta come grotta degli Innamorati, poiché spesso frequentata da coppie che vi accedono dalla porta marina. Tutte le grotte del capo di Leuca sono state frequentate fin dalla preistoria, ma sono molte le influenze dei periodi successivi. Non è raro infatti trovare iscrizioni in messapico, resti ceramici e manufatti vari, a testimonianza della ricca storia che ha conosciuto questo territorio fin dai primordi della civiltà.

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